Pulcher – Episodio 5: “I Cristiani non si arrendono”

Taranto è stata tolta ai Mori! Grande vittoria per il Ducato.

Diario di Fafonzo I Candelaro, Duca di Benevento

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5 Novembre 1107, Taranto

Il profilo VoltoPergamena di Humphrey d’Altavilla, Conte di Taranto e mio vassallo.

E chi non salta, è tarantino! Giulio sarebbe contentissimo di questa vittoria. Abbiamo approfittato di una ribellione dei vari “sceicchi” cristiani dell’ex-regno di Sicilia, tra cui anche Alessio in qualità di Conte consorte di Lecce. Ho detto ad Alessio di far scattare la rivolta, in modo da impadronirmi di Taranto senza andare in guerra con il sultano Zoghbadid. Il conte di Taranto, Humphrey d’Altavilla, è stato informato del piano ed in cambio della sua fedeltà ha mantenuto il titolo, giurandomi fedeltà come mio vassallo. Dal punto di vista legale, Zoghbadid non può vantare un casus belli nei miei confronti: formalmente Taranto aveva dichiarato la propria indipendenza per dare inizio alla rivolta, e io ho dichiarato guerra a Taranto in quanto rientra “de jure” nei territori del Ducato di Salerno, altro titolo creato per l’occasione.

Tutte le mosse hanno necessitato d un tempismo notevole. Alessio mi ha dato un grande aiuto, nonostante poi la guerra sia stata persa e sua moglie imprigionata. Il risultato positivo è che adesso i territori di Zoghbadid sono divisi in due, visto che Salerno e Taranto spezzano la Calabria dalla Puglia.

Quel bastardo ha cantato vittoria troppo in fretta.

Il problema adesso è la figlia di Humphrey, Matilda. La stronza ha il titolo di “Sceicca di Catanzaro” ma è anche erede alla contea di Taranto. Questo fa si che alla morte di Humphrey, la zoccola potrebbe portare fuori dal ducato Taranto, e io questo non posso permetterlo. Poi ve lo sentite voi il Papa che vi bestemmia dietro per aver lasciato una città come Taranto in mano ai musulmani. Meglio essere previdenti.

“Kill Mautild – Vol. 1” a cura di un assassino Tarantino.

Dispiace per Matilde, ma deve morire. Magari un Tarantino tra un po’ di tempo farà una sceneggiatura teatrale su questo omicidio.

La morte di suo figlio Giulio l’ha segnata nel corpo e nell’anima: non si è mai più ripresa.

6 Luglio 1110 – Lucera

Destino ladro! Non bastava Giulio e suo figlio, anche Constantine no!

La mia amata consorte è morta dopo un periodo di malattia. Ad ucciderla in realtà è stata la morte prematura di Giulio, nostro figlio. Non l’ha mai accettato e sono convinto che abbia voluto lasciare questo mondo infame allo stesso modo: provando fino in fondo il dolore della malattia.

Ci saranno sette giorni di lutto in tutto il ducato. Dopo, purtroppo, toccherà trovare una qualche donnina piena di titoli nobiliari da sposare. Non avrei mai voluto, ma è necessario per il bene della famiglia. Famiglia di cui lei, insieme a me, sarà per sempre capostipite.

Il sangue dei Candelaro e il sangue degli Altavilla.

Nel frattempo Alessio ha lasciato la contea di Lecce per tornare qui a Lucera. Ho deciso di affidare a mio figlio la Contea di Salerno, in modo tale che gli altri nobili guardino a lui non solo come il mio erede, ma come un loro pari.

26 Ottobre 1110, Benevento

Com’è passata in fretta quest’estate. Non c’è stato tempo per piangere adeguatamente la morte di mia moglie Constantine che subito la politica ha impegnato tutte le mie forze. Il Sacro Romano Impero ha dichiarato guerra a Zoghbadid e ripreso i terrtori Pugliesi. Adesso ai Mori rimane solo la Calabria.

Non è una situazione bellissima per me, adesso schiacciato tra Impero e infedeli. Credo che l’indipendenza del mio ducato sia a rischio.

Avere un figlio a 66 anni solo per permettergli di regnare insieme ai suoi fratellastri. Lunga vita al futuro duca d’Holstein.

Nel frattempo quel gran bastardo del mio cancelliere mi ha trovato una moglie perfetta: la duchessa Lykke I d’Holstein, un territorio del Regno di Danimarca. Giovane e titolare di un ducato, dunque mia pari: non potevo chiedere di meglio.

La bella notizia è che Lykke è incinta! Spero sia un maschio, così potrà ereditare il titolo di Duca d’Holstein e dunque arricchire di prestigio la mia famiglia. Inoltre, dal punto di vista politico, iniziare ad intessere rapporti con la Danimarca può essere utile in chiave anti-imperiale. In Polonia ci sono i miei figli, in Danimarca mi vedono di buon occhio… adesso l’ultimo tassello che manca è il Re di Francia. Lui è abbastanza potente da confrontarsi con l’Imperatore.

Per adesso la situazione è tranquilla, e io inizio a sentire gli acciacchi dell’età. Per tenermi in forma ho addirittura perso il vizio di bere a favore di un maggiore allenamento militare.

Quegli stronzi dei miei oppositori aspettano solo di vedermi debole. Beh, moriranno tutti prima di me, questo è sicuro.

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Pulcher – Episodio 4: “Lunga vita al Duca!”

La situazione politica e militare nel 1099: l’armata del sultano Zoghbadid assedia Bari dopo aver conquistato tutta la Calabria, Cannae (feudo personale del Re Roger I) e Taranto. Non c’è modo di fermare quei 2600 arabi.

Diario di Fafonzo I Candelaro – Duca di Benevento

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6 Dicembre 1099, Benevento

Il mio riconoscimento ufficiale come Duca.

Oggi è il MIO giorno di gloria. L’Arcivescovo di Benevento è stato cacciato via dalle mie fedeli truppe e il mio Re, Roger I di Sicilia, mi ha finalmente riconosciuto come Duca di Benevento. Un sogno che si realizza. La capitale rimane ovviamente Foggia, anche se il nome storico del ducato è “Ducato di Benevento”. Per adesso meglio non fare cazzate con i nomi, devo lasciare un contentino ai miei nuovi sottoposti.

Adesso ho finalmente una continuità territoriale tra i territori foggiani e salernitani, oltre all’enorme prestigio che deriva dal nuovo titolo.

C’è solo un piccolo problema: l’esistenza del Regno di Sicilia è a rischio. Quei libici bastardi stanno facendo i loro comodi più a Sud, senza che Re Roger riesca a fermarli. Hanno più di 2000 uomini mentre noi non riusciamo a metterne in campo nemmeno 500. Troppi anni di guerra hanno logorato il Regno, e adesso non siamo più in grado di difenderci da soli.

La mia diplomazia, tuttavia, è già al lavoro con il Sultano Zoghbadid. Non è bello da dire ma sto trattando una pace separata, ora che ho un peso politico decisamente maggiore. Se la cosa riesce, l’esistenza del Ducato dovrebbe essere garantita. Sempre che l’arabo sia di parola.

5 Luglio 1102, Castello di Lucera

Ultimo baluardo di Puglia.

Non è bello svegliarsi la mattina e sentire 4000 arabi che ti prendono per il culo cantando: “Affacciati alla feritoia, Fafonzo mio”. Beh, è quello che sta capitando giorno dopo giorno qui a Lucera. Siamo sotto assedio. Re Roger è sparito, pare stia organizzando una banda armata più a Sud. Intanto questi stronzi li devo tenere a bada io.

Sono dannatamente indeciso. Più tardi ho ottenuto un incontro con il comandante arabo. La mia spia mi ha detto che ha la piena fiducia del Sultano anche dal punto di vista politico, e dunque potrò trattare direttamente con lui. Trattare cosa, poi? La resa, ovviamente.

3 Marzo 1105, Benevento

Vale la pena tradire per essere indipendenti? Non lo so, ma non avevo scelta. Il nuovo Re di Sicilia, Robert, è ancora più coglione del padre. Non aveva più senso rimanere all’interno del regno.

Mamma mia che rischio. Siamo stati nelle mani di un arabo per qualche mese. Ci ha salvato il culo il mio Cancelliere, che ha minacciato il comandante libico di un’entrata in guerra da parte del Regno di Castiglia e del Regno di Polonia se le sue armate non si fossero ritirate dai territori del mio ducato.

Il compromesso è stato trovato con la mia ribellione nei confronti del nuovo Re di Sicilia, Robert I, figlio di Roger, morto assassinato poche settimane fa. Ovviamente il nuovo Re, appena maggiorenne, è il maggiore sospettato per l’omicidio del padre. Mi fa schifo.

Le dolorose decisioni, prese per garantire continuità al mio Ducato, mi hanno fatto conoscere al resto d’Europa come “Fafonzo il Saggio”. Sfido chiunque a sostenere il contrario, bastardi.

Abbiamo comprato la nostra libertà con le minacce e il tradimento. Ma sinceramente non me ne frega un cazzo, rischiavamo di dover parlare tutti arabo come è accaduto ai miei figli Alessio e Giulio, adesso diventati “Sceicchi” di Lecce e di Bari per quel bastardo Zoghbadid.

E’ comunque il secondo mio grande obiettivo che si realizza: l’indipendenza. Adesso non sono più vassallo di nessuno. Questo ci mette in una posizione di forza, ma anche di debolezza. Il Sacro Romano Impero a Nord infatti è una minaccia tanto quanto i Mori a Sud. Basta un capriccio dell’Imperatore e saremo spazzati via.

Potrei giurargli fedeltà, ed entrare a far parte dell’Impero, oppure guardare ad est, a Costantinopoli. L’impero bizantino è molto potente ma questioni religiose ci dividono. A me della religione non frega un cazzo, ma non tutti, purtroppo la pensano come me.

25 Gennaio 1107, Foggia

Tragedia!

Perché? Perché!?

Non avrei mai voluto scrivere queste parole: mio figlio Giulio è morto, insieme a suo figlio e mio nipote, chiamato anch’egli Giulio. Morti per una febbre. Portata sicuramente da quegli arabi del cazzo.

Il Regno di Sicilia infatti l’anno scorso ha perso la guerra ed è stato sciolto. Ora è tutto in mano agli arabi. Tutto tranne il mio ducato. Che se lo venissero a prendere, quegli stronzi. Oggi non ho voglia di niente. Constantine è distrutta, come me.

Adesso Elisa, mia nipote, rimarrà da sola con la mamma Emonie, che tra l’altro aspetta un bambino da Giulio. Spero sia maschio, altrimenti questo ramo della mia famiglia diverrà secco dopo solo una fioritura.

E’ una tragedia. In tutto il ducato ci saranno 30 giorni di lutto. Chi vorrà potrà unirsi al mio digiuno dall’alba al tramonto durante questo mese. Adesso vado, non ce la faccio più…

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Pulcher – Episodio 3 Bonus: “Il ramo polacco della dinastia Candelaro”

L’albero genealogico della famiglia Piast, che nell’undicesimo secolo deteneva il titolo di “Re di Polonia”. I figli nati dal matrimonio di Kunegunda Piast e Achille Candelaro, tuttavia, appartengono alla famiglia Candelaro.

Dal libro “Vite dei Candelaro”, di Jacques Le Goff

Un’immagine di Kunegunda Piast all’età di 16 anni.

Fafonzo I Candelaro aveva una cura maniacale della diplomazia matrimoniale. Egli aveva intuito che i regni non si conquistano solo con la spada, ma anche e soprattutto con le relazioni personali e l’arma migliore di tutte: una prole legittima. Alla fine dell’undicesimo secolo, Fafonzo I ebbe una felice intuizione: venne a sapere che il Re di Polonia, Boleslaw, era molto vecchio e sul punto di morire. Boleslaw aveva tre figlie femmine: Smiechna, Kunegunda e Konstancja. Smiechna morì poco dopo la maggiore età per una febbre. Kunegunda e Konstancja, invece, erano rispettivamente prima e seconda in linea di successione al prestigioso trono polacco.

Sperando che, prima di morire, Boleslaw non avesse un figlio maschio, Fafonzo I riuscì a far sposare il suo terzogenito Achille con la principessa Kunegunda, e il quarto figlio Laluccio con Konstancja. Le due principesse frequentarono brevemente la corte di Lucera prima di venir raggiunte dalla notizia della morte del padre.

Achille Candelaro diventa Re di Polonia, anche se come sovrano consorte.

Kunegunda diventò così Regina di Polonia, e Achille fu il primo Candelaro maschio ad essere chiamato “Re” (Alienora Candelaro, infatti, era stata data in sposa al Re di Castiglia Fruela III pochi anni prima). La sorella minore Konstancja diventò Duchessa di Mazowia. Tra le due polacche non scorreva buon sangue, nonostante le relazioni di facciata. Erano infatti entrambe assetate di potere: Kunegunda voleva ammazzare Konstancja già prima di diventare regina, in modo da avere un avversario in meno in futuro; la sorella minore, d’altro canto, si ribellò non appena prese possesso del ducato di Mazovia, mettendo in serio pericolo i rapporti tra Achille e Laluccio Candelaro, cognati e fratelli. La duchessa Konstancja era un’ottima stratega militare, ma venne sconfitta dal numero molto maggiore di truppe che la regina riuscì a mettere in campo per sedare la rivolta.

Tra i fratelli Candelaro tuttavia prevalsero i legami di sangue e, quando Konstancja venne imprigionata da Kunegunda, Achille ottenne dalla moglie di poter affidare la reggenza del ducato di Mazovia al fratello Laluccio, in attesa che il legittimo erede, chiamato Laluccio (figlio dunque di Laluccio padre e Konstancja), diventasse maggiorenne.

Konstancja Piast, moglie di Laluccio Candelaro e madre di Laluccio I Candelaro, duca di Mazovia.

Fu proprio in carcere che la bella duchessa Konstancja trovò la morte, a soli 35 anni. Gli storici sono divisi sull’ipotesi della morte per cause “naturali” imputabili alla prigionia, oppure a seguito di un’esecuzione ordinata da Kunegunda. Non ci sono tracce scritte di un’eventuale esecuzione, tuttavia.

Nonostante questo spargimento di sangue, i fratelli Candelaro, sotto astuto consiglio del padre Fafonzo, tennero unito il regno, anche perché ognuno di essi aveva avuto un figlio maschio dalla rispettiva consorte. Questa preziosa prole apparteneva alla dinastia dei Candelaro, destinati dunque a prendere legittimamente possesso di un regno così potente e prestigioso.

I benefici di questa politica matrimoniale si riveleranno essenziali per Fafonzo Candelaro.

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Worth a Retweet! (Nr.2)

Per spezzare un po’ il ritmo di Pulcher, vi distraggo con alcuni tweet che mi sono molto piaciuti:

Enjoy!

E ovviamente non può mancare @Frandiben, che mi fa sempre saltare giù dalla sedia:

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Pulcher – Episodio 3: “Lo sporco lavoro di una spia”

La situazione politica nel 1088. Capua e Napoli sono state conquistate dalla Repubblica Marinara di Genova. Salerno è indipendente, ancora per poco. A Nord c’è la società de’ magneccioni (Stato Pontificio) e il Sacro Romano Impero.

 Diario di Fafonzo I Candelaro, Conte di Foggia

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28 Febbraio 1087, Cappella di famiglia degli Altavilla, Venosa

Ne seppelliamo un altro. Non ci voleva. Il duca Bohemond, figlio di Robert, nipote dell’anima di kilestramurt, è valorosamente caduto in battaglia. Siamo infatti in guerra con il sultano Zoghbadid o come cazzo si scrive. Quell’infame ha fatto sbarcare soldati a centinaia da barconi provenienti dalla Libia, dove ha le sue proprietà feudali. Per respingere queste ondate di libici, Bohemond ha pensato di introdurre un’accisa sul fieno da cavalli. A me me pare na cazzata, visto che già il padre ne aveva introdotta una per finanziare la ricostruzione di un vecchio terremoto del 1050, ma poi non l’ha più tolta, lo stronzo. Adesso siamo arrivati quasi a due ducati alla tonnellata. Una pazzia.

Ma basta con le stronzate, abbiamo una guerra da combattere, e il nuovo duca, Roger I, fratello di Bohemond, mi sta proprio sul cazzo. E’ un imbecille, incapace, capra, ignorante e secondo me pure ricchione. Ora che ho finito di fargli i complimenti, inizierò a radunare le truppe. Tira una brutta aria. Questi libici sono cazzuti, e sono tanti. Le truppe di Roger sono inferiori in numero e addestramento. Durante l’ultima guerra hanno soltanto aiutato il Re di Croazia a fare pulizia, ma non vedono una battaglia seria da anni. E infatti Bohemond ci ha lasciato le penne. Pace all’anima sua.

Grande successo diplomatico! Ho infinocchiato Alienora al Re di Castiglia, Fruela III. Che poi che cazzo di nome ha… Boh. Comunque è il primo membro della famiglia a potersi cingere di una corona reale. Lunga vita alla Regina!

Essere alleati di un Re non è una cosa da poco, anche se in Castiglia sono sempre incasinati con i musulmani. Però ho il culo parato se il nuovo duca Roger fa qualche cazzata. Ho bisogno di altre alleanze.

4 Luglio 1091 – Salerno

Vittoria! Salerno è mia!

Questo si che è un colpo da maestro. Uno dei pochi feudi del Sud Italia ancora indipendenti è stato conquistato dalle mie armate, comandate da mio figlio Tonino. Il vecchio conte Gisulf di Salerno è stato cacciato via e gli ho usurpato il titolo, grazie ad una rivendicazione fasulla creata ad arte dalla mia spia. Era un occasione che non andava sprecata, visto che sicuramente o i Mori o qualche altro stronzo cristiano lo avrebbero facilmente sottomesso. Da adesso in poi coglierò qualunque occasione per allargare i miei feudi. Di questi tempi un semplice conte come me deve essere opportunista. E kitemmurt.

Il profilo VoltoPergamena di quel figone di Roger. Non vedeva l’ora di farsi ritrarre con la corona per cambiare l’immagine del profilo. Fallo-marmocchio. Tra l’altro la moglie è uno scorfano.

27 Gennaio 1097 – Palermo

Lo dicevo io che era un cretino. Lunga vita a Re Roger I di Sicilia. Il cazzone si è appena fatto incoronare Re di Sicilia a Palermo mentre il sultano Zoghbadid mette a ferro e fuoco la Calabria e minaccia adesso la Puglia.

Mentre il ducato, anzi, ormai bisogna chiamarlo il Regno, va a meretrici, lui pensa ai suoi cazzi personali e a quella dannata corona già inseguita invano dal padre. Una cosa però è estremamente positiva: essendo adesso il mio feudatario un re, posso conquistare Benevento per diventarne Duca. Controllando questa città infatti, ed essendo già Conte di Foggia, Roger sarà costretto a riconoscermi come Duca e quindi uno dei suoi più potenti vassalli.

La mia spia sta già lavorando a Benevento per fabbricare qualche rivendicazione utile per pararsi il culo con il Re, che sicuramente non vede di buon occhio una guerra interna al reame tra i suoi vassalli.

Episodio Bonus –>

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