Day 25 – Why We Walk

26 Aprile 2013 – O Pedrouzo

CI SIAMO! Domani è il grande giorno!

Si sa che è sempre la vigilia di qualcosa ad essere uno dei giorni più “particolari”. Che sia Natale, Capodanno o la fine del Cammino poco importa. Quel senso di attesa e di fiato sospeso che hai la notte quando vai a dormire è indescrivibile. Prendere sonno è sempre difficile, anche dopo aver camminato per tutta la giornata.

Cippo dei 50 Km. Si inizia a camminare il prima possibile, anche prima dell'alba.

Cippo dei 50 Km. Si inizia a camminare il prima possibile, anche prima dell’alba.

Una giornata che, nonostante fosse la penultima, mi ha ricordato perché Cammino.

All’inizio ero un po’ preoccupato perché l’obiettivo era fare due tappe del mio precedente pellegrinaggio in una sola. Nonostante quelli non siano stati per me i giorni peggiori, rimaneva comunque il fatto di dover camminare il doppio.

D’altro canto, la fiducia che ho acquistato durante i precedenti ventiquattro giorni di marcia mi ha permesso di affrontare la tappa sicuro di portarla a termine senza troppi patemi d’animo. Ragionandoci su, è solo un giorno “nella media” dal punto di vista della lunghezza di strada da percorrere, intorno ai 33 Km.

L’obiettivo mediano è raggiungere Arzúa, cittadina piccola e festaiola a cui sono legati parecchi bei ricordi del Cammino del 2011. Molti posti hanno fatto scattare in me un po’ di nostalgia ma allo stesso tempo mi sono reso conto di quanto meglio riuscissi a camminare rispetto a due anni fa. Ho raggiunto Arzúa poco prima di ora di pranzo e mi sono fermato per una colazione che poi si è trasformata in un brunch.

Perché Cammino? Ti accorgi che, pur potendo contare solo su te stesso, puoi effettivamente migliorare e avere fiducia nei mezzi che hai a disposizione. Anche se rimani da solo in una terra che non è la tua terra.

Sei felice, ma è una felicità che deriva solo dal vivere un’avventura che hai sognato da tempo e che finalmente stai realizzando buttando continuamente sangue e sudore sul sentiero che stai percorrendo, pieno di orme lasciate da ignoti pellegrini passati prima di te.

E’ una felicità solitaria, romìta. Nell’antica Roma si diceva: nomen omen.

You must be used to deep loneliness, in order to value true friendship.

Ormai ho lasciato indietro anche il gruppo di pellegrini che avevo incontrato a Ponferrada, tornando ad essere praticamente da solo. Con questi pensieri, riprendo la marcia.

A volte le indicazioni sono ambigue.

A volte le indicazioni sono ambigue.

Mi meraviglio di come non ci sia praticamente un posto per fermarsi per una sosta dopo Arzúa. Ricordavo in realtà un posto dove ci fermammo nel 2011, ma semplicemente non ricordavo di quanto fosse vicino ad O Pedrouzo rispetto ad Arzúa.

Due anni fa era semplicemente un’anonima struttura dove ci fermammo per un po’ di ristoro prima di concludere la tappa. Stavolta, invece, si è rivelato essere una delle esperienze più piacevoli ed inaspettate del mio viaggio: La Casa Verde.

La Casa Verde, a pochi Km da O Pedrouzo.

La Casa Verde, a pochi Km da O Pedrouzo.

Riconosciuto il posto, entro per vedere se hanno qualcosa da mangiare e per la solita birretta scaccia-dolori. Lascio lo zaino fuori, ai piedi delle scale – che se lo prendano pure, tanto ormai sono arrivato a Santiago (in realtà tenevo quasi più allo zaino che alla mia vita) – mi tolgo il cappello ed entro.

All’interno, vengo travolto da fragorose risate e urla di brindisi. Rimango un po’ interdetto nel vedere persone bere allegramente dei bicchierini di liquore, comprese le tre donne che gestiscono la Casa. Una sensazione piacevole, tuttavia.

Appena mi vedono, subito mi salutano calorosamente e mi chiedono se volessi anche io un chupito di liquore al caffè.

“Sì, claro!” – Rispondo loro, conquistandomi immediatamente uno scroscio di applausi. Detto, fatto, riempito il bicchierino.

Salute!

Salute!

La Casa Verde è un posto particolare, dove gli avventori possono scrivere sui muri e decorare così le pareti. Altri posti lungo il Cammino hanno questa peculiarità, ma solo qui nei bagni ho trovato questa scritta:

Berlusca Mafia - Fatti il Cammino!

Berlusca Mafia – Fatti il Cammino!

Vorrei conoscere l’autore di questa scritta e stringergli la mano.

Tra i presenti, ho conosciuto un ragazzo brasiliano, Fernando, e un messicano, Johannes. Molto simpatici e amichevoli, li avevo incrociati lungo la strada mentre si prendevano una pausa. Con loro e con gli altri abbiamo continuato con il secondo round di chupitos perché le tre osti continuavano ad aprire bottiglie di liquore e a voler festeggiare.

Di certo non eravamo noi a fermarle!

La sosta si è dunque rivelata piacevolmente più lunga del previsto. Tra l’altro devo menzionare un’ottima empanada de bacalao, specialità tipica galiziana (come una pizza rustica, o torta salata che dir si voglia). Questo popolo, infatti, è rinomato per le sue empanadas e a detta di altri spagnoli, sono capaci di fare un empanada con qualsiasi cosa!

Lungo il Cammino, molta gente scrive sui cartelli, segnali, muri o quant’altro per testimoniare il loro passaggio. Io non l’ho mai fatto, un po’ perché non volevo portarmi dietro il peso di un pennarello (!) e un po’ perché non avevo il bisogno di lasciare una traccia nei luoghi. Preferisco lasciare una traccia di me nelle persone che incontro.

Ogni casa dovrebbe essere come LA CASA VERDE. Grazie di tutto, Alessio Romito RyS.

Ogni casa dovrebbe essere come LA CASA VERDE. Grazie di tutto, Alessio Romito RyS.

Per loro, tuttavia, ho fatto un’eccezione. Ho preso un foglio dal mio diario e ho lasciato loro un biglietto che hanno appeso sulla loro bacheca. Quando ho letto loro quello che avevo scritto, le tre osti mi hanno abbracciato e non volevano più lasciarmi andare. Non dopo l’ultimo chupito.

Ad essere sinceri, non ricordo con precisione quanti brindisi abbiamo fatto perché il liquore non era molto forte e dunque non c’era pericolo di ubriacarsi. Certo rimettersi in marcia è stato strano ma mancavano solo pochi chilometri alla fine della tappa.

Perché Cammino? L’incontro con degli sconosciuti, che improvvisamente ti arricchisce e allevia la solitudine. Persone che mettono da parte l’avarizia per godersi un momento di felicità con gente di cui ignoravano l’esistenza fino al momento in cui hanno varcato la soglia della loro abitazione e attività commerciale. Persone che ti onorano perché ti concedono la loro fiducia.

Riuscite ad immaginare la stessa situazione nella nostra vita quotidiana? E’ come se domani mattina, salendo sul tram per iniziare la solita routine, trovassi della gente che allegramente mi invita a brindare con loro e a farsi due risate in compagnia, invece di rimanere tutti da soli a guardare lo schermo del proprio smartphone in attesa di una notifica di qualche “social” network.

Tutto ciò mi meraviglierebbe molto se dovesse succedere domani sul tram ma il 26 Aprile 2013, sul Cammino, la cosa non mi ha sorpreso affatto. Mi sono tolto il cappello, sono entrato, ho chiesto permesso: da quel momento eravamo amici.

Il resto della giornata è stato tranquillo. Arrivato all’albergue, ho cucinato per Johannes e Fernando dei tortellini in brodo vegetale (preparato per l’occasione) perché avevo voglia di festeggiare e la temperatura era piuttosto bassa. Si poteva percepire tra i pellegrini l’aria di spasmodica attesa per l’indomani.

Il mio obiettivo è quello di partire di notte, come nel 2011 a causa della cerimonia della mia Partenza, cercando di arrivare alla Cattedrale in tempo per la messa del pellegrino. Mancano solo 18 Km: non vuoi dormire e rimandare più di quanto strettamente necessario.

L’arrivo –>