Racconto del mio Shikoku Henro

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Sono passati tanti mesi dal mio ultimo articolo qui su Chi-quadro. Come annunciato nel precedente articolo, ho spostato i miei sforzi di scrittura su Rovering Life, il mio (nuovo) blog in inglese.

Qui potrete trovare il resoconto del mio viaggio sull’isola di Shikoku, in Giappone, su un’antica via buddista che collega 88 templi tra di loro.

Nel caso in cui l’inglese non sia il vostro forte, o semplicemente vogliate un riassunto dell’intera esperienza, potete leggere questo articolo scritto da Maria Grazia Frisaldi su Foggia Today.

Magari un giorno riuscirò a tradurre tutto in italiano.

A presto,
Alessio

 

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Nuovo blog in inglese: Rovering Life

Rovering Life logo

Il logo di Rovering Life

Cari lettori,

È da parecchio tempo che considero l’idea di aprire un blog in inglese. Ormai sono più di tre anni che vivo in Germania e mi ritengo molto fortunato ad avere parecchi amici da tutto il mondo.

Uno dei commenti che ho sentito più spesso è: “Ma perché non scrivi in inglese?”

Scrivere in una lingua straniera può essere una grande sfida, specialmente quando passi dal linguaggio parlato ad uno più letterario e ricercato. In questi anni, tuttavia, ho usato così tanto l’inglese che non avverto quasi più la differenza.

Al contrario, a volte mi capita di avere le parole in inglese e non in italiano. Un dramma.

Ad ogni modo, Chi-quadro continuerà ad esistere come blog personale, mentre invece il nuovo Rovering Life includerà i racconti dettagliati dei miei viaggi, primo tra tutti lo Shikoku Henro.

Spero continuiate a seguirmi anche in inglese!

Alessio

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Rover Journey Portogallo – Epilogo

La mia cena sull'aereo verso Berlino.

La mia cena sull’aereo verso Berlino.

Qualche giorno dopo esser tornato a “casa”, qui a Berlino, è tempo di chiudere la Rover Journey con un piccolo riepilogo e uno sguardo al futuro.

Sull’aereo, prima di iniziare a cenare, mi sono accorto di come il mio tavolino rappresentasse un’accozzaglia di presente e futuro: tortellini dall’Italia, burro dal Portogallo, vino dalla Germania, tappi per le orecchie per evitare un esaurimento nervoso da urla di neonati e sillabe in hiragana (giapponese) scritte sul retro della carta di imbarco di un vecchio volo che avevo nel portafogli.

In tutto questo, c’era anche spazio per un po’ di ananas.

Gli ultimi giorni in Portogallo, una volta chiusa la Rover Journey sono stati rilassanti, nonostante abbia preso tre voli in tre giorni per visitare un’amica a Porto. Una festa in casa, un pomeriggio al mare e lunghe passeggiate hanno fatto sì che abbandonassi Lisbona con un pizzico di nostalgia.

Il bilancio di questo viaggio? Estremamente positivo: spiagge bellissime, risate e scleri in abbondanza, discussioni di livello e cibo sempre all’altezza. Raccomando particolarmente la regione dell’Alentejo, anche più dell’Algarve, troppo turistico ai nostri occhi.

La mia attenzione, tuttavia, è ora rivolta al mio prossimo viaggio e c’è poco altro a cui riesco a pensare in questi giorni. La meta sarà il Giappone, come avete potuto intuire dai miei modesti tentativi di imparare il “semplice” hiragana.

A breve vi darò maggiori dettagli su quello che ho intenzione di fare nel paese del sol levante. Stay tuned!

Rover Journey Portogallo – Giorno 1

Rover Journey Portogallo – Giorno 2

Rover Journey Portogallo – Giorno 3

Rover Journey Portogallo – Giorno 4

Rover Journey Portogallo – Giorno 5

Rover Journey Portogallo – Giorno 6

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Rover Journey Portogallo – Giorno 6

La nostra Rover Journey volge al termine. Questa è l’ultima sera che passiamo in viaggio e il nostro mood è un po’ malinconico. Non potrebbe essere altrimenti, dopo le belle avventure che abbiamo passato insieme.

Siamo tornati a Porto Covo. Oggi comincia un festival della musica definito da Giampaolo come “il più grande del mondo”. Non sono un grande amatore di questi festival ma se la più grande di queste manifestazioni raccoglie un massimo di due-trecento persone…

Ah, magari potessimo avere un euro per ogni “sparata” di Giampaolo clamorosamente smentita dai fatti…

In mattinata siamo stati accolti da nuvole basse e vento forte: un chiaro invito a metterci in viaggio verso la nostra ultima destinazione, Faro. Dopo una piccola sosta nell bella città di Lagos, siamo arrivati alla affollata spiaggia di Faro.

Arrivati lì, Massimiliano ha deciso senza esitazione di snobbare la spiaggia per la ricerca di un punto Wi-Fi, mentre invece io e Giampaolo abbiamo voluto constatare in prima persona con un bagno in piena regola.

Ciò nonostante, abbiamo deciso di dare alla costa sud una nuova chance e ci siamo diretti verso la spiaggia di Marinha. La location si è rivelata una delle più suggestive del viaggio, ma la quantità di turisti era incompatibile con il nostro DNA.

Il bagno è stato comunque di un ottimo livello.

Dopo Marinha, ci siamo diretto verso Ilha do Passegeiro per un ultima sfida contro le onde dell’oceano.

(Mentre scrivo, Giampaolo è tornato in macchina con l’idea di andare a dormire in spiaggia; l’unico risultato è stato girare a vuoto e perdere il nostro posto nell’area adibita alla sosta dei camper/caravan)

Sarà difficile piantare le tende stanotte. Si preannuncia una lunga nottata in caravan…

Epilogo –>

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Rover Journey Portogallo – Giorno 5

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Praia do Amado.

Quest’oggi (ieri n.d.r.) abbiamo raggiunto tutti i nostri obiettivi: sveglia nella tarda mattinata, visita ad almeno un paio di spiagge, e cena a Sagres prima di trovarne un’altra per un pernotto selvaggio.

In mattinata, Giampaolo ha dovuto sfoggiare tutto il suo savoir-faire con un paio di poliziotti per evitare di farci incappare in una multa, dato che non era permesso campeggiare nel posto in cui abbiamo passato la notte, a Porto Covo. Dio benedica i tutti paraculi insieme al loro re: Giampaolo Longhi.

Il pomeriggio ci ha riservato due bellissime spiagge con altre onde da domare, sole caldo e cielo blu. Una vista ormai rara per chi come me si è trasferito al Nord Europa.

Lasciato l’Alentejo, siamo entrati in Algarve, la regione più a Sud del Portogallo. Per allietare il viaggio, abbiamo iniziato delle lezioni di portoghese con Duolingo. La verità è che sia io che Massimiliano troviamo veramente difficile sopportare il livello imbarazzante e maccheronico del portoghese di Giampaolo. Non che il suo inglese sia migliore.

Il tempo trascorso dalla mia ultima vera vacanza al mare, nel 2011, ha fatto sì che mi dimenticassi tutti quei piccoli fastidi della vita in spiaggia: la sabbia sul corpo mentre ti spalmi la crema solare, l’asciugamani che vola via se non sei seduto, il cibo insabbiato, la sabbia che ti scotta i piedi, la voglia di giocare a beach-volley eccetera… sensazioni che sono diventate “aliene” col passare degli anni.

Stanotte saremo a Praia da Igrina, a pochi chilometri da Sagres. Il vento tira forte e spinge il mare a infrangersi contro le scogliere che incastonano questa piccola spiaggia. L’oceano sembra non essere contento dell’esistenza di questa lingua di terra che si espande in direzione sud-ovest, e per ripicca la sferza con correnti costanti di acqua e vento.

Dopo un’ottima cena a base di pesce, con tanto di gesto generosissimo da parte dell’avvocato Pastore che ha strisciato la carta di credito per la nostra salvezza, è tempo di parcheggiare il caravan e piantare, ben fissate a terra, le nostre tende. 

La terra rossa ai nostri piedi mi ricorda un po’ la regione de “la Rioja”, in Spagna sul Cammino, nonostante si trovi all’esatto opposto della penisola iberica. Il pensiero di quel pellegrinaggio (raccontato anche su questo blog) è diventato sempre più ricorrente e il fatto che non debba tornare a lavoro al mio rientro mi permette di sviluppare idee interessanti per il futuro. 

Questo viaggio sta ricaricando delle batterie che temevo fossero ormai a fine vita. Nel caso in cui alcuni di questi programmi si realizzassero nei prossimi mesi, mi sentirei sicuramente in debito con questo bel paese. 

La nostra Rover Journey non durerà ancora per molto tempo e, come in ogni viaggio, il suo valore ci sarà chiaro solo quando sarà finito nei nostri ricordi.

Verrà a portarci sollievo in un momento difficile, nel futuro, o a renderci malinconici perché saremo coscienti di non poterlo mai più ripetere?

Come si usa dire in questi casi: ai posteri l’ardua sentenza.

Giorno 6 –>

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