Day 4 – Dove il cammino del vento si incrocia con quello delle stelle

5 Aprile 2013 – Puente la Reina

Si cerca di partire sempre il più presto possibile.

Si cerca di partire sempre il più presto possibile.

Uscire da Pamplona non è stato difficile, la strada è indicata abbastanza bene e in un’oretta io e Caleb siamo arrivati a Cizur Menor. Nel tragitto tra queste due località abbiamo incrociato un ragazzo completamente ubriaco, che ci ha accompagnato e fatto morire dalle risate.

Sicuramente era ancora sbronzo dalla serata precedente e i suoi discorsi non avevano spesso un senso compiuto. Ci ha fatto compagnia fino a Cizur Menor, dove abita. Un altro esemplare da collezione in pochi giorni di marcia.

La passeggiata verso Puente la Reina ti fa attraversare il primo punto famoso del Cammino: Alto del Perdòn.

Io e Caleb all'Alto del Perdòn. Prima foto che mi ritrae, tra l'altro.

Io e Caleb all’Alto del Perdòn. Prima foto che mi ritrae sul Cammino, tra l’altro.

Su questa piccola altura esiste un fotografatissimo monumento al pellegrino composto da alcune figure in metallo che da anni sfidano il vento che incessante sferza la regione. Il clima infatti ci è ancora ostile. Il sentiero è spesso bloccato dal fango, costringendoci a rallentare o a provare piccole deviazioni. Abbiamo anche avuto una leggera nevicata e ricordo di aver scritto sul diario:

Oggi, mentre salivamo verso Alto del Perdòn, ci siamo presi anche dei piccoli fiocchi di neve. Le abbiamo viste davvero tutte in questi primi quattro giorni.

Ovviamente non potevo sapere quello che ci sarebbe capitato il giorno seguente. Non le avevamo viste ancora davvero tutte.

La salita verso Alto del Perdòn. Chissà perché ci sono così tante pale eoliche.

La salita verso Alto del Perdòn. Chissà perché ci sono così tante pale eoliche.

Il resto del percorso è stato abbastanza tranquillo, se non fosse per il fango e il vento. Arrivati a Puente la Reina ci siamo incontrati con Sparky e il gruppone con cui avevamo passato la serata a Larrasoaña. Abbiamo deciso di cenare tutti insieme nell’albergue, cucinando per conto nostro, e la scelta è stata azzeccatissima.

Tre diversi continenti all'opera per un'unica cena in totale condivisione. Una delle cose che più ho amato del Cammino.

Tre diversi continenti all’opera per un’unica cena in totale condivisione. Una delle cose che più ho amato del Cammino.

Ci siamo divertiti molto e ricordo con enorme piacere quella serata.

Probabilmente non vedrò mai più molti di loro, se davvero inizierò a spingere. I piedi sembrano andar bene, mi sorprende. Dolori sparsi. Oggi finisce il periodo di “addestramento”.

Tra i pellegrini, ho conosciuto una coppia della California. I due, appena sposati, hanno venduto tutti i loro averi e si sono messi in viaggio per il mondo. Quello che hanno negli zaini è tutto quello che possiedono. Una volta finiti i soldi, torneranno in America e decideranno il da farsi. Una di quelle storie che ti ispirano ammirazione e, sinceramente, anche una buona dose di invidia.

Dopo la cena,ci siamo alzati dai tavoli felici ma tutti con la testa che un po’ girava tra vino, tequila sale e limone, Schnapps e altre diavolerie.

La nostra tavolata.

La nostra tavolata.

Alcuni dei pellegrini sono andati al bar a continuare la festa, ma io e Caleb abbiamo deciso di rispettare gli orari dell’albergue (oltre che della routine del Cammino) e siamo andati saggiamente a dormire. L’indomani, infatti, avevo intenzione di giocarmi il primo tentativo di sfondamento dei 40 chilometri per arrivare a Los Arcos, rimanendo in linea con l’itinerario da 23 tappe che avevo ottenuto dal sito pellegrinando.it.

Non ci riuscirò ma sarà ciò nonostante una giornata speciale e che non potrò mai dimenticare.

Giorno successivo –>