Stai considerando l’idea o (spero) hai già deciso di partire per il Cammino. In questo momento, nella tua testa si iniziano ad annidare i dubbi sull’equipaggiamento da portare:
Mi serviranno due asciugamani? Quante paia di calze? Scarpe alte o basse? E via dicendo…
Se, come me, anche voi avete l’idea di vivere il Cammino come un pellegrinaggio votato all’essenzialità, ho alcuni consigli basati sulla mia esperienza da potervi offrire:
Lo zaino
La madre di tutte le decisioni: lo zaino. Sarà il vostro migliore amico per tutto il Cammino. Il volume non è l’aspetto più importante da tenere in considerazione. Io infatti sono partito con uno zaino da 75 L, enorme, ma fondamentalmente vuoto. Purtroppo ho sempre usato quello zaino e non ho avuto il cuore di tradirlo proprio per questa avventura. Nel caso in cui non abbiate motivazioni “sentimentaliste” come le mie, allora vi consiglierei di acquistare uno zaino da 40-50 L, dotato di ampie e accessibili tasche laterali oltre ad un congruo copri-zaino in caso di pioggia o neve (che può arrivare sempre, anche in Aprile!).
Grande attenzione agli spallacci, che devono essere ottimi, oltre ad avere la possibilità di potersi chiudere sia in vita che all’altezza del petto. L’aderenza alla colonna vertebrale è un altro aspetto importante: alcuni zaini hanno un cuscinetto che si può alzare o abbassare a piacimento lungo una fascia di metallo che sostiene tutto lo zaino. Ho inoltre trovato questo ottimo link che contiene dei rimandi se volete approfondire l’arte della regolazione dello zaino –> link.
Il peso dello zaino NON DEVE superare assolutamente i 10 Kg, acqua compresa. Mai, mai, mai, portare più di dieci chili sulle spalle. Si può fare per uno, due, tre giorni, ma poi tutto il corpo inizia a risentirne. Si deve assolutamente cercare di scendere sotto i 9 Kg, se si vuole sopravvivere dignitosamente al Cammino di Santiago. Seguendo i consigli che vi darò qui di seguito, dovreste riuscirci senza troppi patemi d’animo, a patto di fare qualche necessario sacrificio (e, perché no, prendersi anche qualche rischio).
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Scarpe
Altra scelta cruciale. Il mio consiglio è quello di usare scarponcini da trekking alti a protezione della caviglia, con una suola traspirante e rivestiti in Goretex in modo da essere impermeabili. Una delle cose che imparerete a fare sarà allacciarli stretti al punto giusto, senza stringere esageratamente il piede ma evitando che quest’ultimo possa scivolare all’interno della scarpa favorendo in modo clamoroso lo spuntare di vesciche.
Per quanto riguarda il periodo estivo, molti pellegrini usano delle scarpe leggere da camminata o anche dei sandali aperti. Sospendo il giudizio a riguardo, non fano parte della mia tradizione scout.
Personalmente, ho fatto due volte il Cammino: uno nel 2011 partendo solo da Sarria (112 Km) e poi nel 2013 partendo da Saint Jean Pied-de-Port (800 Km). La prima volta avevo delle scarpe inadeguate, e il risultato è stato quello che potete vedere qui a destra.
Nel 2013, invece, avendo comprato scarpe nuove ed avendole rodate già da un anno, sono riuscito a camminare per 26 giorni senza una vescica degna di nota. Avevo molti calli ovviamente, ma quelli sono inevitabili e, anzi, quasi benefici perché induriscono la pelle dei piedi.
Anche le calze sono molto importanti. Io ho usato quelle della mia uniforme scout, che purtroppo sono abbastanza pesanti. Il consiglio è quello di comprare delle calze assolutamente traspiranti e in materiale tecnico, lavandole ogni giorno ed indossando sempre calze pulite all’inizio di ogni tappa. Idealmente, potete anche portarne un paio in più e cambiarle a metà giornata. Poche cose superano la sensazione di piacere che si prova nell’indossare calze pulite.
Mi raccomando: provate prima di partire la combinazione calze-scarpe. Vi salverà parecchi dolori. Camminate per qualche chilometro al giorno: vi farà bene anche come allenamento generico. NON UTILIZZATE ASSOLUTAMENTE DELLE SCARPE NUOVE! Vi ammazzerete. Pellegrino avvisato, mezzo salvato.
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Abbigliamento
Per quanto riguarda l’abbigliamento, molto dipende ovviamente dalla stagione in cui andrete ad affrontare il vostro Cammino. Io sono partito in primavera e dunque ho dovuto pensare a tutte le eventualità meteorolgiche che avrei potuto incontrare durante la marcia. Devo dire che non mi è mancato nulla: sole, pioggia, neve, grandine e forti raffiche di vento. Non è stato facile reggere psicologicamente a tutte queste condizioni climatiche, ed è stata una bella sfida anche dal punto di vista del bilancio tra ciò che sarebbe stato utile portare, ciò che ho portato e ciò che mi sono dimenticato di portare.
In tutto avevo:
- Tre ricambi leggeri: slip, maglietta di cotone da marcia e calze;
- Una maglia a manica lunga in materiale tecnico per tenere il torace caldo quando ci sono basse temperature;
- Pantaloncino di cotone, da marcia, per evitare sfregamenti e dunque lesioni nell’interno coscia;
- Uniforme scout da indossare all’arrivo, dopo la doccia (menzione d’onore al nostro cappellone in lana pressata, fondamentale contro sole e pioggia, oltre che terribilmente bello!).
- Giacca a vento, indispensabile contro la pioggia e le raffiche di vento che si incontrano per giorni interi.
Si può tranquillamente sostituire l’uniforme con una qualsiasi maglia/camicia più pantalone (io avevo il pantaloncino), da avere sempre puliti perché indossati una volta arrivati a destinazione, dopo essersi finalmente lavati. Come potete notare, non ho portato alcun pantalone lungo, una cosa che ha sorpreso tanti pellegrini che ho incontrato, soprattutto nei giorni in cui abbiamo avuto neve e temperature invernali. La mia idea era di portarmi anche uno di quei pantaloni aderenti in materiale tecnico, che si usano d’inverno, ma in tutta onestà me ne sono dimenticato e sinceramente non ne ho sentito la mancanza: le gambe sono impegnate a camminare e si riscaldano.
Inoltre, un pantaloncino pesa di meno di un pantalone e ogni grammo conta sulla lunga distanza. Volendo essere estremisti e rischiare un po’, si può eliminare un ricambio e quindi viaggiare indossando un “set” e avendone solo un altro nello zaino. E’ rischioso perché, se il tempo è cattivo, i panni possono non asciugarsi e si rischia di dover camminare con la biancheria sporca; cosa spiacevole oltre che igienicamente discutibile. Per concluder, il minimo che posso raccomandare è di almeno tre ricambi.
Routine quotidiana
Ci sono alcune cose che non dovrebbero mai mancare nello zaino di un pellegrino.
- Sacca per l’acqua, da due litri: comoda perché si può mettere nello zaino e si può bere senza fermarsi; in alternativa una borraccia. (Esempio di sacca su Amazon)
- Pezzo di “sapone di Marsiglia“, biodegradabile e utilizzabile per il corpo e per i panni;
- Paio di ciabatte modello “Hawaianas” ad infradito: io le odio ma sono le più leggere da portare. Hanno una fastidiosa tendenza a rompersi, tuttavia;
- Un solo asciugamano in microfibra: leggero, compatto e che si asciuga subito. Imparerai a farti la doccia e ad asciugarti con questo (all’apparenza) piccolo asciugamano da viso;
- Spazzolino e dentifricio, non credo che ci sia bisogno di spiegazioni qui;
- Tappi per orecchie: non sottovalutate il loro potere. Dormire è molto importante per un pellegrino e c’è sempre qualcuno che russa in modo clamoroso nel vostro albergue. Fate una scelta saggia, portatevi dei tappi per le orecchie. Poi passate a ringraziarmi.
Questi sono gli accessori che io mi sento di definire “indispensabili” per godere di un minimo di comfort senza venir meno a quell’esigenza pratica e, perché no, spirituale di essenzialità.
Varie ed eventuali
Adesso elencherò alcune cose che io mi sono portato ma che non servono strettamente a sopravvivere: si tratta di qualche piccolo “lusso” per potersi godere la straordinaria esperienza del Cammino:
- Diario: per tenere traccia delle proprie giornate.
- Macchina fotografica: inutile specificare quanto sia bello poter scattare delle foto.
- Coltellino svizzero: utilissimo in tutte le occasioni. Occhio all’aeroporto, sarà difficile farlo passare nel bagaglio a mano.
- Accendino: non fumo, ma fa comodo avere il potere di poter accendere un fuoco in caso di emergenza (o per bruciare i vestiti a Finisterre). Anche qui fate attenzione all’aeroporto.
- Credenziale: il “Passaporto del Pellegrino”, che diventerà uno dei documenti più belli che porterai a casa;
- Torcia: utile di notte, manco a dirlo.
- Kit di Pronto Soccorso: cerotti, disinfettanti, pomate, pomatine, garze, garzine et cetera… saranno la tua “assicurazione” sulla vita quando ti ritroverai a camminare da solo nelle mesetas.
- Sacco a pelo leggero: ci si può fidare delle condizioni igieniche degli albergue se si vuole risparmiare un po’ di peso. Io sinceramente consiglio di portarsi il proprio sacco a pelo: non è mai inutile.
- Cellulare e carica-batterie: può essere utile in caso di emergenza o di estrema solitudine!
Vanno molto di moda i bastoncini da nordic walking. Personalmente, non mi piacciono e non li ho mai usati, ma molti non ne possono fare a meno. Ad essere sinceri, il più classico bastone di legno si adatta meglio allo stile del pellegrino. Il suo utilizzo è questione di comodità e di gusto. Io non l’ho usato.
Tutte le altre cose sono superflue. Ad esempio, non mi sono portato neanche i fazzoletti. Non è elegante soffiarsi il naso come fanno i calciatori, ma è altrettanto efficace. Non mi sono portato uno di quei dannatissimi libri guida con tutte le tappe e le mappe. Ci sono le frecce da seguire: bastano e avanzano. Non mi sono portato il rasoio: il vero pellegrino si fa crescere la barba e se la taglia a Santiago. Non mi sono portato gavette, posate e stoviglie varie: si mangia nei locali o si fa spesa nei supermercati per cucinare negli albergue.
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Spero che questi consigli vi siano utili! Se avete critiche o suggerimenti vi invito a lasciare un commento, in modo da poterne discutere e migliorare l’articolo.
Se volete leggere invece la mia piccola avventura sul Cammino, con i posti ma soprattutto le persone fantastiche che ho incontrato, potete iniziare qui.
Infine, l’ultimo e più grande consiglio che vi posso dare è questo: PARTITE! Iniziate il vostro Cammino, non ve ne pentirete.
Aspetto di leggere a mia volta i vostri racconti.
Buen Camino,