Si stava meglio quando si starà senza di voi

Non c’è un refuso nel titolo dell’articolo. Ho voluto violare coscientemente la consecutio temporum per esprimere il mio disagio generazionale nei confronti di quanti mi hanno preceduto sulla faccia di questa Terra.

Per voi siamo degli imbecilli, drogati, stupidi, cretini, schizzinosi, bamboccioni, incapaci, nullafacenti, parassiti, buoni-a-nulla, mammoni, senza-palle, senza-idee, pigri e truffatori. Siamo quelli che voi chiamate con disprezzo “i giovani d’oggi”. Ci guardate supponenti e sorridete, consci di essere migliori. Capaci di dirci che “si stava meglio prima”. Siete pronti a darci lezioni. Siete sempre su un piedistallo, dall’alto di quella che ritenete un’esperienza di vita sicuramente migliore della nostra.

Beh, cari miei, mi fate schifo. Tutti, dal primo all’ultimo.

Avete reso questo mondo un inferno. Avete inquinato, sfruttato e violentato tutto quello che c’era da inquinare, sfruttare e violentare. Avete creato un sistema economico che ci rende schiavi di un debito che non potrà mai essere ripagato. Avete calpestato e coperto di ipocrisia quei valori che adesso pretendete da noi, credendo con arroganza di esserne gli unici depositari.

Entrando nello specifico della situazione italiana: avete mandato a puttane uno Stato. Venduto il vostro voto per la promessa di un lavoro che non avete avuto. Chiuso gli occhi mentre sul nostro territorio accadeva di tutto. Soffocato con la vostra indifferenza anche quelle poche persone che attivamente cercavano di invertire questo trend maledetto. Avete creato delle dipendenze (dal consumismo alle droghe) che ti affascinano e poi ti ammazzano.

Meglio che non apra, poi, il discorso del lavoro. Ci avete preso per il culo. Per anni. Studiate, laureatevi, troverete lavoro, i contributi, la pensione, il mutuo, la casa e tutte le stronzate che ascolto da quasi 22 anni. Avete creato un sistema secondo cui il datore di lavoro si comporta come se ti faccia un piacere personale ad assumerti. Ma stiamo scherzando?

Ci avete sommerso di immondizia e merda. E adesso pretendete che siamo noi a spalarla e nel frattempo pagarvi anche la pensione.

Ecco cosa resterà di quegli anni ’80: immondizia e merda.

Grazie di cuore.

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Partenza a razzo, arrivo a …..

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Worth a retweet! (Nr. 3)

E’ stata una settimana molto intensa, in cui ho avuto poco tempo e ispirazione per scrivere. Ho passato molto tempo su twitter, tuttavia, e sono pronto a pubblicare alcuni dei tweet che mi hanno divertito (o fatto riflettere) maggiormente.

 

E infine una dedica che mi è arrivata poche settimane fa:

 

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Magnetismo dolomitico

Io insieme a due miei fratelli RS al bivacco Campestrin nell’Agosto del 2010. Avrei voluto trovare questo bel tempo anche tre giorni fa.

Ancora non mi abituo all’idea del ritorno.

Ogni volta che vivo un’esperienza nel mondo reale, lontano dalle alienazioni borghesi, sento uno strano spirito di appartenenza, una forza ignota che attrae la tua anima verso ciò che la rende davvero un soffio vitale e non una semplice cassa di risonanza per cliché o ideali preconfezionati.

Emozioni fortissime che stridono con la routine quotidiana e la rendono un insieme di azioni vuoto e di poco conto. Questo scontro lascia tramortiti durante i primi giorni dal rientro. Tutto sembra così artificioso, privo di significato.

Viene a crearsi una sorta di dipendenza: vivi in apnea fino al momento in cui finalmente tiri fuori la testa dalle torbide acque della vita di ogni giorno per respirare nell’aria pura di un bosco montano.

Come con le droghe, più ti fai male e più devi farne uso. La differenza è che questo non ti uccide, ma ti rende una persona capace di essere in sintonia con tutto ciò che la circonda. Non esiste la noia, ma solo la gioia di sentirsi arricchiti da qualunque esperienza tu debba affrontare.

Essere costretto a stare in casa per il maltempo può essere una gran scocciatura in città. Rimanere chiuso più di ventiquattro ore in un rifugio disabitato di montagna, con il rumore della pioggia sul tetto che ti accompagna incessante per tutta la giornata e con una stufetta a legna che prova invano a tenere caldo l’ambiente, invece, è sicuramente una delle sensazioni più belle che possiate provare.

E adesso, dopo aver fatto una bella scorta di ossigeno, si torna in immersione.

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Pulcher – Episodio 6: “Vacanze Andaluse”

Matilde è stata assassinata, il mio piano ha funzionato. Non avevo dubbi.

Diario di Fafonzo I Candelaro, duca di Benevento

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26 Ottobre 1112, Lucera

Il matrimonio con Lykke sta andando alla grande! E’ nato il nostro primo figlio, Fafonzo, e adesso lei è di nuovo incinta. Spero sia maschio, visto che mio il mio primogenito Alessio sta avendo solo figlie femmine.

A proposito di figlie, Alienora, regina di Castiglia, mi ha mandato una richiesta di aiuto da parte del marito Fruela, soprannominato “Il Drago” per la fierezza con cui sta combattendo i Mori nel sud della penisola iberica. Ovviamente partirò il prima possibile con i miei uomini. Fruela mi ha aiutato quando io avevo problemi con Zoghbadid, ora è il mio turno. Inoltre, questa guerra è davvero grossa, ci giochiamo il controllo della ricca Andalusia, e io sono arrivato a quasi settant’anni. Ora o mai più.

2 Ottobre 1113, nei pressi di Tamisa, Andalusia

Siamo sbarcati in Andalusia. Sono al comando di circa 900 uomini. Un’inezia rispetto alle migliaia di soldati messi in campo da Fruela e il suo nemico. Mi sono dunque posto l’obiettivo di tagliare i rifornimenti nemici, facendo rapide incursioni sulle bande di soldati che piano piano si radunano nel sud del paese prima che diventino troppo grandi per essere affrontati da me. Oggi ad esempio abbiamo intercettato e sbaragliato più di 250 nemici. Meglio morti separati che vivi tutti insieme.

Queste vittorie mi stanno dando grande prestigio agli occhi di Fruela e anche del Papa, sempre contento quando diamo mazzate agli infedeli.

20 Febbraio 1114, vicino La Roda, Castiglia

Le mie truppe annientano i musulmani in ritirata.

Strepitosa vittoria! Un’azione congiunta tra le mie truppe e quelle di Fruela ha ribaltato le sorti della guerra! Quei bastardi pensavano già di aver vinto e su Cinguettio scrivevano cose tipo: “Vamos a Madrid” e stronzate del genere. Ride bene chi ride ultimo.

Tutto il mondo ha riconosciuto l’eroismo che ho mostrato in battaglia.

Il Drago ha attaccato in forze, mentre il Saggio ha aspettato di braccare le truppe del sultano in ritirata. E’ stata una fiera battaglia. Sebbene in ritirata, il sultano aveva comunque più del doppio dei miei uomini. Caricare alla testa dei propri più fedeli soldati è una sensazione indescrivibile. Uscirne vittoriosi, poi, è una soddisfazione immensa. Il Papa ha ordinato tre giorni di festa in tutti i reami cristiani per festeggiare questa vittoria. L’Andalusia sarà presto sotto il controllo di Fruela.

Il vecchio ha soprattutto sganciato 200 Ducati per finanziare la guerra. Peccato che i soldi servano prima, e non dopo. Ma non ci lamentiamo. Quel Papa ne sa una più del Diavolo.

Muoio dalla voglia di spendere ‘sti soldoni del Papa!

 

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