Il passato è un’ancora, il futuro è una vela spiegata.
Tu sei al timone: segui la tua rotta.
Avanti tutta.
Il blog di Alessio Romito |
Il passato è un’ancora, il futuro è una vela spiegata.
Tu sei al timone: segui la tua rotta.
Avanti tutta.
Ottantaquattro chilometri alla cattedrale di Santiago de Compostela. Uno scarpone, una borraccia.
LOVE.
Se non Cammino, mi cancello.
Stamattina mi è successo qualcosa che ha dell’incredibile. Vi racconto brevemente:
Appena sceso a Ferrara – Stazione di: Ferrara – mi sono incamminato come mio solito verso il Dipartimento per poter lavorare alla tesi (o quanto meno far finta di lavorarci). Vedo tanta gente con l’ombrello e quindi, prima di uscire, mi fermo un attimo a frugare nello zaino per trovare il mio piccolo ombrello rotto e inutile.
Mentre sono impegnato a spostare cavi, mouse, quaderni, fodero degli occhiali, e tutto quello che si può trovare in uno zaino, noto con la coda dell’occhio una vecchietta che mi si avvicina e mi guarda con insistenza. Alzo la testa e incrociamo lo sguardo per un paio di secondi.
«E quest mo che vòl?» è stato il mio primo pensiero. Ve lo dico subito cosa voleva quella vecchietta.
Fingendo di ignorarla torno a cercare il mio dannato ombrello, quando lei fa un passo verso di me e mi dice: «So bene chi sei tu. E tu sai chi sono io, non è vero?»
Un secondo di imbarazzo da parte mia, rotto dal suo urlo: «TU SEI UNO STRONZO! Ma di quelli alti e lunghi! Uno stronzo!». Sfogata la sua rabbia, si gira e se ne va.
Nel frattempo la mia faccia era diventata un’espressione a metà tra il “What the fuck?” e la Poker-Face. Inevitabilmente la scenetta ha focalizzato l’attenzione di tre ragazze che erano ferme vicino a me. Mi hanno guardato con aria interrogativa, ma non più interrogativa della mia, immagino. Ci sono rimasto davvero di sasso.
Forse ho solo incontrato un Oracolo. Forse è il Signore che mi parla. Non lo so. Ho solo avuto una sibillina conferma al fatto che può succedermi di tutto, ma lo Stronzo sono sempre io.
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Ho provato qualunque cosa per andar bene,
La maggior parte della mia vita l’ho vissuta da solo,
e ne avrei fatto volentieri a meno.
Son rimasto qui a dormire, una volta.
Son rimasto a dormire nel mio letto, molte volte.
Troppe volte.
Mostrami cosa significa ricevere l’affetto di una famiglia costruita insieme.
Mi tirerei via tutto il sangue che ho nelle vene, se solo dovesse servire a qualcosa.
Mi chiedo dove ho sbagliato, ma non trovo una risposta.
Mi chiedo a chi appartengo, adesso, ma non trovo una risposta.
Quello che so fare è scrivere.
Io sono tuo. Tu sei il mio pensiero più dolce.
Non credo che tu sia la persona giusta, lo sai bene. Forse lo sai anche tu.
Pensa a quello che non avremmo vissuto,
se non avessi preso la Metro per il “Quartiere africano”.
Pensa a quello che saremmo adesso,
Se fossi a Testaccio o allo Scholars Lounge.
e tu insieme a me.
Io sono tuo. Tu continui ad essere il mio pensiero più dolce.
Io sono tuo. Tu rimani il mio pensiero più dolce.
– Spero vi sia piaciuta, fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate, oppure date un’occhiata alle altre Parafrasi se ne avete voglia. Grazie per la lettura!
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Do what you want, ‘cause a Pirate is free.
Ripetersi per dieci ore “Fai quello che vuoi, perché un pirata è libero” può non risultare un esercizio inutile. Ok, ammetto che il video è ipnotico e ti fa uscire fuori di testa, ma, nella sua banalità, anche questa canzonetta da Disney Channel può indurre una riflessione.
Il nostro mondo spesso ci fa sentire costretti a fare qualcosa. Circostanze, persone, lavoro, studio. Ce n’è per tutti i gusti. Una delle frasi che diciamo più spesso è «Vorrei, ma non posso». Tralasciando le ovvietà, come il mio desiderio irrealizzabile di avere una collezione di auto d’epoca, posso affermare con ragionevole certezza che a mancare, come sempre, è la volontà di fare qualcosa.
Ogni uomo è il comandante della propria nave, che solca l’oceano della vita. Ogni uomo decide quale bandiera issare sull’albero maestro, e quale rotta intraprendere.
C’è chi ha una nave commerciale e soppesa ogni azione in base ad un eventuale ritorno economico. Per lui ogni azione è in realtà un investimento. Misura la sua vita come se fosse un banale “Return on Investment”. Si inorgoglisce dei frutti del proprio lavoro. Cerca il rapporto umano per assicurarsi un prezzo scontato d’acquisto, oppure un cliente fedele. E’ uno di quei personaggi che “si è fatto tutto da solo” ed è avido di ciò che è riuscito ad accumulare perché tutti potrebbero avere successo come lui: se non lo fanno sono dei perdenti.
C’è chi ha uno yacht e si gode il suo benessere. Relax, compagnia di livello, buon cibo, buon vino. Un privilegiato, uno che non si preoccupa di una eventuale tempesta perché ha già chi se ne preoccupa per lui. Un filantropo, una persona che non cerca e non dà fastidio. Ha il gusto del bello, non è mai fuori luogo e sa intrattenere una conversazione anche con chi non gli va a genio. E’ molto fragile se lasciato solo tuttavia. Se chi lo circonda lo abbandona, è finito. Per questo si pone l’obiettivo di essere sempre ben voluto da tutti.
C’è chi ha un veloce catamarano, e rende la propria vita un’eterna competizione contro un leale avversario o contro sé stesso. Ama le sfide, cerca l’avventura, parte da solo e sa di poter contare solo sulle proprie forze. Accetta il rischio e lo affronta. Anche lui è orgoglioso dei suoi risultati. Questi risultati tuttavia lo spingono a cercare sempre qualcosa di più estremo, di più clamoroso. E’ la punta di diamante dell’umanità. Fissa il limite umano. Spesso, purtroppo, questo anelito lo brucia. La stima nei suoi confronti, tuttavia, rimane imperitura.
C’è chi ha una corazzata, e si reputa inaffondabile. Tonnellate di acciaio e cannoni di grosso calibro proteggono il comandante. Nessun altra nave può colpirlo in modo decisivo se non con una lunga azione in cui accetta di subire grosse perdite. Grande pianificatore, deve avere sempre tutto sotto controllo. Il suo tallone d’Achille può essere infatti un evento inaspettato, come un attacco a sorpresa di aerosiluranti o di una flottiglia di agili incrociatori. Sa dunque prendere decisioni, anche intelligenti e importanti, ma se messo sotto pressione improvvisa può capitolare senza opporre resistenza.
C’è chi ha un sottomarino, e vive nascosto. Lupo solitario, indipendente, lontano da occhi indiscreti e compagnie indesiderate. I suoi agguati, se non adeguatamente corrisposti, sanno essere fulminei e fatali. Cerca di affrontare qualcuno solo se costretto, isolato, e da una posizione di forza. Altrimenti può benissimo rimandare lo scontro fino a quando le condizioni iniziali non saranno a suo favore.
Infine, c’è chi decide di diventare un pirata. Abbandona ogni logica di sottomissione a qualunque tipo di autorità. Esistono solo la nave, il mare, e il bottino. Tutto ciò che si frappone tra lui e questi tre elementi, diventa un nemico. Libertà assoluta. Poter di decidere di seguire qualunque rotta. Si può romanticamente intendere come una ricerca della verità. Non si può conoscere la verità se costretti in ginocchio, se non si è liberi. Ed è qui che la volontà di arrivare a questa verità gioca un ruolo fondamentale. Un uomo diventa pirata per scelta, non per costrizione. Decide di abbandonare ogni certezza perché vuole farlo. Affrontare altre navi, depredarle, vincere ogni scontro è il destino che si è scelto. La volontà di fare qualcosa, contro ogni imposizione esterna, ricarica le sue batterie. Sa bene che vuole quel bottino, e se lo va a prendere. Non ci sono scuse. O il bottino, o la morte.
Fai quello che vuoi, perché un pirata è libero. Sei un pirata.