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Quasi tre anni fa pubblicai un mio articolo intitolato “La domenica (sportiva) perfetta”. Alonso vinse a Valencia un GP con una manovra monstre su Grosjean e una rimonta furiosa. Pirlo umiliò l’Inghilterra con un cucchiaio, preparando il terreno a Mario Balotelli per la semifinale Italia-Germania. Beh, da quel 25 giugno 2012 ne è passata di acqua sotto i ponti. Un’eternità, sportivamente parlando. Alonso è in McLaren, Prandelli mangia kebab e io mi sono trasferito in terra teutonica.
Oggi, tuttavia, è l’Italia a fare notizia. Non per uno scandalo, un tweet di Renzi o una puttanata di Salveenee, bensì per una Ferrari che si impone in pista su entrambe le Mercedes e un eterno Valentino Rossi che domina in Qatar insieme a Dovizioso e al foggiano (Vieste) Andrea Iannone. Nelle due massime categorie del motorsport, torna a suonare l’inno di Mameli.
Vettel che urla e piange come un bambino alla prima vittoria in Ferrari, la quarantesima in carriera, è un’immagine che parla da sola, nel segno di Michael. Piedi a terra e lavorare, i crucchi sono ancora più veloci, ma la tanto agognata “artigliata” al posteriore Mercedes è finalmente arrivata(bene).
Caro Lewis, caro Nico, aggiustate gli specchietti. Ci sarà del rosso in agguato.