A Roma è in corso una vera e propria guerriglia urbana.
Ovviamente sapete già tutti che molti “focolai” sono stai provocati da “infiltrati” (chi vuole capire capisca) per destabilizzare la situazione e fornire dei buoni titoli ai (tele)giornali compiacenti. Tutto questo non fermerà la protesta, anzi, le darà nuovo vigore. Quest’anno purtroppo non sono stato mai “in prima fila” come l’anno scorso, per motivi diversi. Il non esserlo stato fin ora però non è garanzia che non lo sarò in futuro.
Ad ogni modo, la situazione degenererà giorno dopo giorno ed è “normale” che sia così. Continuiamo ad avere un Governo che ormai non ha più alcun senso di esistere se non quello di proteggere il suo Primo Ministro e garantire ai suoi sostenitori l’agognato vitalizio. Anche la Lega ormai si è piegata al gioco delle poltrone romane, nonostante gli slogan e tutte le cazzate sparate negli anni.
Tutti sono convinti che ci voglia un cambiamento drastico con il passato, cambiamento che non può passare attraverso chi rappresenta questo “passato”. In Libia e in Tunisia non ci sono state elezioni. La cosa che mi rattrista è sempre il ruolo delle Forze dell’Ordine: io vorrei che non fossero burattini, ma che si schierassero dalla parte dei manifestanti. Solo così si potrebbe avere una “rivoluzione pacifica” e controllata. Esercito e FF.OO. dovrebbero essere i garanti di una nuova fase, non burattini nelle mani del Governo.
Non si auspica mai un “golpe”, nonostante la situazione stia sfuggendo di mano. Non mi piace considerare Berlusconi l’unico male italiano, ma attorno a lui si è creato uno dei teatrini più squallidi ed indegni che la Storia d’Italia possa ricordare. Il Parlamento è stato ridotto ad un ibrido tra un postribolo e un mercatino dell’usato. Il Paese è da anni in uno stato di “guerra civile mentale” tra due fazioni opposte. Ne abbiamo già avuta una sessant’anni fa, ma questo non vuol dire niente. Ieri c’erano i partigiani, oggi ce ne sarebbe un gran bisogno.
Il vero problema è sempre quello che verrebbe “dopo”, ma sinceramente è un problema che non vedo l’ora di pormi.