Vince Button, il Mondiale di F1 inizia in salita per la Ferrari

Il pilota britannico Jenson Button a bordo della sua McLaren

In tempi di vacche magre bisogna accontentarsi e mettere in cascina più punti possibili. E’ questo il pensiero della maggior parte dei ferraristi, me compreso, dopo il GP inaugurale di Melbourne. La McLaren ha mostrato da subito la sua forza e la sua solidità, mettendosi dietro tutte le altre macchine “scalinate” già dalle qualifiche di ieri. Solo la Safety Car ha permesso a Vettel di cogliere un ormai insperato secondo posto, beffando Hamilton e andando ad evitare una dolorosa doppietta McLaren.

Una solida conferma da parte della scuderia argentata dunque, mentre anche la RedBull si è dimostrata competitiva andando a recuperare lo svantaggio in griglia di partenza con entrambi i suoi piloti. Anche l’idolo di casa, Webber, è stato fortunato con la Safety Car riuscendo a sorpassare Alonso che aveva cambiato le gomme solo tre giri prima.

A proposito di Alonso, è risultata “confortante” la sua gara e la sua mini-rimonta da 12° a 5° che permette di non perdere troppi punti in attesa che la F2012 sia competitiva quanto la MP4-27 e la RB8. Mi ha personalmente rincuorato il fatto che, intervistato ai microfoni di RaiSport, Alonso abbia dichiarato di pensare più al “secondo” che lo distacca da RedBull e McLaren piuttosto che al fatto che alcuni team di media fascia hanno insidiato le Ferrari in gara. E’ giusto che si guardi avanti e non negli specchietti.

In gara come sempre Fernando è stato grintoso ed ha spinto al limite la sua macchina, palesando alcuni problemi aerodinamici irrisolti: senza molto carburante a bordo, infatti, la vettura è stata molto più lenta rispetto alle macchine avversarie. Serve maggiore carico, mentre invece pare migliorata la gestione delle gomme.

Chi ha avuto problemi con gli pneumatici è stato Massa, uscito a pochi giri dal termine dopo un incidente con Bruno Senna. Anche Alonso ha avuto problemi con la Williams di Maldonado, autore di una buona gara ma colpito dalla Legge di Murphy a poche curve dal termine e finendo a secco senza punti. Tornando a Massa, il brasiliano ha sofferto tanto la macchina sbilanciata: era partito bene ma ha concluso ai box una gara anonima. Deve darsi una scossa, lui e il team che gli prepara la macchina. La responsabilità in questi casi è duplice. Il mancato rinnovo del contratto è dietro l’angolo.

Bene le Toro Rosso e le Sauber, male la Force India e la Mercedes, malino le Lotus. Schumacher costretto ad uscire per una rottura del cambio e Raikkonen che conquista i suo primi punti mondiali dopo il ritorno in F1. Il suo collega Grosjean, dopo l’ottima qualifica, è stato costretto al ritiro dopo poche tornate.

Per concludere, dunque, le note liete sono state il dinamismo di Alonso, la conferma della Ferrari come terza forza potenziale del campionato (Lotus e Mercedes sembrano comunque poter lottare per il podio Costruttori) e la faccia di Hamilton sul podio, delusissimo dopo aver perso due posizioni ed essere stato surclassato dal compagno di squadra in partenza.

Tra una settimana si corre in Malaysia. Il circuito mi piace molto e spremerà le monoposto richiedendo un’ottima aerodinamica sui suoi curvoni veloci. Sarà dura per la Ferrari, ma avremo sicuramente indicazioni maggiori per un eventuale lotta al titolo. Intanto, abbiamo messo 10 punti in cascina. Speriamo che il team e i piloti trovino la giusta concentrazione per scalare la classifica.

 

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Australia felix? Non per la Ferrari

Piove sul bagnato in casa Ferrari.

Che delusione!

Un pizzico di sfortuna e un alcune imperfezioni tecniche hanno condizionato gravemente le qualifiche della Ferrari per il Gran Premio di Australia. Alonso è finito fuori pista nel momento più delicato, ovvero la Q2, mentre Massa ha “lottato” con la macchina come ha poi ammesso con i giornalisti. Impietosi i risultati, con Fernando dodicesimo e Felipe addirittura sedicesimo. Sembra abbiano subito una penalità dalla Direzione di Gara e invece è proprio la posizione effettiva dei piloti Ferrari. Massa si è lamentato apertamente della macchina affermando che sembra decisamente peggiorata rispetto ai test invernali: andiamo bene! Io credo che queste dichiarazioni siano rivolte più a qualcuno all’interno dei box che a far sfogare in sincerità chi è stato appena battuto dagli avversari.

Certo, si può pensare che se Alonso non avesse sbagliato probabilmente sarebbe finito in Q3. Avrebbe avuto l’occasione di migliorare la posizione di partenza, finendo magari davanti almeno alle Toro Rosso e agli altri piloti “intermedi”. Sarebbe tuttavia cambiato poco ai fini di una eventuale lotta per il podio, che sarà probabilmente una questione interna alle vetture motorizzate Mercedes (McLaren e Mercedes AMG). Sorpresa per l’ottima prestazione di Grosjean, pilota che non gode delle mie simpatie, probabilmente perché è difficile (eufemismo) che un Francese mi stia simpatico a pelle senza conoscerlo prima.

Con le Ferrari tagliate fuori, le odiate McLaren a spadroneggiare e le RedBull che faticano senza i loro scarichi soffiati, rimane soltanto una cosa da fare, e che farò domani: rispolverare i vecchi cappellini dei primi anni 2000 e ricominciare a tifare Schumacher. Metabolizzato il “tradimento” con la Mercedes, non c’è dubbio che rivederlo insidiare le prime posizioni, come al GP di Montreal l’anno scorso, non riaccenda l’istinto e i ricordi delle stagioni 2000-2004 e dei cinque titoli iridati consecutivi. E a questo punto, spero riesca a inserirsi tra le due McLaren e puntare alla vittoria.

Spero, infine, che la pessima performance delle Ferrari spinga i nostri piloti ad essere aggressivi e concentrati per la gara di domani. Bisognerà pensare a sorpassare un avversario dopo l’altro, a fare una buona strategia con i pit-stop e infine provare a racimolare almeno qualche punto. Non sono mai inutili.

 

RISULTATI:

1. Lewis Hamilton McLaren-Mercedes 1m24.922s
2. Jenson Button McLaren-Mercedes 1m25.074s + 0.152
3. Romain Grosjean Lotus-Renault 1m25.302s + 0.380
4. Michael Schumacher Mercedes 1m25.336s + 0.414
5. Mark Webber Red Bull-Renault 1m25.651s + 0.729
6. Sebastian Vettel Red Bull-Renault 1m25.668s + 0.746
7. Nico Rosberg Mercedes 1m25.686s + 0.764
8. Pastor Maldonado Williams-Renault 1m25.908s + 0.986
9. Nico Hulkenberg Force India-Mercedes 1m26.451s + 1.529
10. Daniel Ricciardo Toro Rosso-Ferrari No time
11. Jean-Eric Vergne Toro Rosso-Ferrari 1m26.429s + 0.960
12. Fernando Alonso Ferrari 1m26.4942 + 1.025
13. Kamui Kobayashi Sauber-Ferrari 1m26.590s + 1.121
14. Bruno Senna Williams-Renault 1m26.663s + 1.194
15. Paul di Resta Force India-Mercedes 1m27.086s + 1.617
16. Felipe Massa Ferrari 1m27.497s + 2.028
17. Sergio Perez Sauber-Ferrari No time
18. Kimi Raikkonen Lotus-Renault 1m27.758s + 1.576
19. Heikki Kovalainen Caterham-Renault 1m28.679s + 2.497
20. Vitaly Petrov Caterham-Renault 1m29.018s + 2.836
21. Timo Glock Marussia-Cosworth 1m30.923s + 4.741
22. Charles Pic Marussia-Cosworth 1m31.670s + 5.488
23. Pedro de la Rosa HRT-Cosworth 1m33.495s + 7.313
24. Narain Karthikeyan HRT-Cosworth 1m33.643s + 7.461

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Maroni non si ricorda del vero “peracottaio”

L’ex-ministro Roberto Maroni ha rilasciato una dichiarazione a mio avviso ridicola sulla sua pagina Facebook:

“I limiti del governo dei professori emergono evidenti anche in politica estera, ci fanno fare una figura da peracottai. Sono convinto che con il ministro Frattini la vicenda marò si sarebbe risolta subito e positivamente. Solidarietà ai nostri valorosi soldati”

Vorrei dunque ricordare al Grazie-a-Dio-sei-un-ex-ministro Maroni che con Frattini alla Farnesina abbiamo fatto solo figure di merda. Basta rileggere il riassunto del suo ultimo mandato da Ministro degli Affari Esteri (fonte Wikipedia):

Durante la prima estate del suo ministero è stato firmato il Trattato di amicizia tra Italia e Libia; con tale trattato, la Libia di Gheddafi acconsente a riprendere i barconi di migranti sub-sahariani partiti dalle coste libiche verso l’Italia. La cooperazione tra le due guardie costiere si avvia nel maggio 2009, con le proteste dei gruppi internazionali per la protezione dei diritti dell’uomo, che criticano la consegna dei migranti – inclusi potenziali richiedenti asilo – alla Libia, che non ha ratificato la convenzione ONU sui rifugiati; la politica è in seguito sospesa ma non ripudiata officialmente. Frattini ha sostenuto apertamente la politica dei respingimenti, contraria al principio internazionale del non refoulement,[15] qualificandola come “doverosa applicazione delle regole europee”,[16] criticando come “indegno” il rapporto 2010 di Amnesty International che evidenziava la criticità di tale politica alla luce del diritto internazionale ed europeo.[17] Nel settembre 2010, in occasione della seconda visita di Gheddafi a Roma, Frattini dichiarava “Abbiamo bloccato la tratta dei clandestini”, nonostante le cifre mostrassero la continuità dei flussi migratori, e nonostante si trattasse per la maggior parte di persone aventi diritto a forme di protezione internazionale.[18] Nel febbraio 2011, nel quadro mutato dalle rivolte della primavera araba, Frattini sosteneva di voler “mobilitare i Paesi del Mediterraneo” e dell’Ue, attraverso l’agenzia Frontex, per pattugliamenti e respingimenti.[19] Ancora nell’agosto 2011, un barcone con oltre 100 migranti, intercettato in mare, viene trasferito alle autorità tunisine, tra le critiche di NGO e UNHCR. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, nel caso Hirsi v. Italia giudicato il 23 febbraio 2012, ha condannato l’Italia per mancato rispetto della Convenzione, in particolare per quanto riguarda l’articolo 3 (divieto di tortura e trattamenti inumani e degradanti) e l’articolo 4 del protocollo IV (divieto di espulsioni collettive); nel caso in specie, 200 migranti somali ed eritrei erano stati respinti in Libia, senza aver possibilità di porre domanda di asilo politico.[20]

Durante l’invasione russa della Georgia nell’estate 2008, Frattini è in vacanza alle Maldive. La rappresentanza dell’Italia durante le riunioni d’urgenza dei ministri degli esteri dell’Unione Europea viene assicurata dal sottosegretario Vincenzo Scotti[21].

L’ambasciatore statunitense in Italia, Ronald Spogli, informava Washington, in un cablogramma riservato divulgato da Wikileaks, di come Berlusconi “rifiuta costantemente i consigli strategici del suo ministro degli esteri, demoralizzato, privo di risorse e sempre più irrilevante”. La debolezza di Frattini veniva rilevata dagli Stati Uniti particolarmente riguardo alle relazioni italo-russe.[22].

A fine dicembre 2008, durante l’attacco di Israele a Gaza (Operazione Piombo fuso), Frattini è di nuovo in vacanza. L’intervista di Frattini al TG1 in tuta da sci solleva polemiche per l’abbigliamento inappropriato e irrispettoso[23]. Frattini risponde via Facebook[24].

Nel marzo 2009 Frattini ha condannato la Conferenza mondiale contro il razzismo del 2009 dell’ONU, definendo non accettabile il documento proposto, contenente le posizioni anti-israeliane emerse nella conferenza del 2001, che qualificavano il Sionismo come una forma di razzismo[25].

Si è in seguito espresso contro il multiculturalismo[26], ma a favore del diritto di voto amministrativo per gli immigrati regolari[27], e ha richiesto una politica europea di accoglienza degli immigrati clandestini[28].

Nel novembre 2009 ha definito «suggestiva» la proposta di Roberto Castelli per un emendamento costituzionale che inserisse una croce all’interno della bandiera italiana: «Noi per ora vogliamo difendere il diritto a tenere il crocifisso nelle nostre classi, poi vediamo se si può fare di più». «Ci sono nove Paesi europei che hanno il crocifisso nella loro bandiera, è una proposta assolutamente normale»[29].

Il 22 ottobre 2010 dichiara all’Osservatore Romano che l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam dovrebbero allearsi per contrastare l’ateismo, da lui definito, nella stessa intervista, un “fenomeno perverso” al pari dell’estremismo[30]. Tali dichiarazioni hanno causato le critiche da parte di numerosi commentatori e soprattutto dell’UAAR, che ne ha chiesto le dimissioni[31].

Nel novembre 2010 ha definito le rivelazioni di Wikileaks come “l’11 settembre della diplomazia mondiale”[32] e ha affermato che Julian Assange “vuole distruggere il mondo”[33].

Mentre invece se si va a scorrere la carriera diplomatica del successore di Frattini, Giulio Terzi di Sant’Agata, si può osservare un impegno costante e mai delle dichiarazioni fuori tono. Ricordo a Maroni, inoltre, che sta insultando un Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, la seconda onorificenza italiana più alta. Frattini, d’altro canto, può vantare al massimo un Collare d’Oro dell’Ordine olimpico, adatto per andare a passeggio.

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Ricordiamo ancora a Maroni come si è comportato il Governo di cui faceva parte riguardo il caso di Nicola Calipari, estremamente più grave di ciò che sta succedendo ai due lagunari fermati in India. Scrissi un articolo sul blog vecchio, a questo link, e invito voi a rileggerlo (fa sempre bene) e Maroni a vergognarsi. In quel caso non abbiamo fatto la figura dei peracottai, ma quella dei leccaculo perfetti. Non ci sono scuse.

Possiamo dunque dire, pur tenendo buona la tesi della “pera cotta”, che almeno sul piano delle relazioni internazionali stiamo migliorando tantissimo.

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Caproni e pecorelle

Un manifestante, che aveva insultato le forze dell'ordine, fermato durante una carica.

Ha fatto molto discutere il caso di “Pecorella”, ovvero quel manifestante che ha ricoperto di insulti un Carabiniere impegnato a difendere il cantiere della contestatissima TAV Torino-Lione in Val di Susa. Come sempre in questi casi si sono create due schieramenti: quelli a favore delle FF.OO. e quelli a favore dei manifestanti.

In momenti diversi della mia vita posso dire di aver abbracciato entrambi questi schieramenti. Quando frequentavo il liceo credevo che una repressione di polizia fosse necessaria davanti a manifestazioni di questo tipo, e che le FF.OO. avessero tutto il diritto di caricare i manifestanti e far rispettare la “legge”. Le mobilitazioni studentesche degli scorsi anni, invece, mi hanno fatto conoscere l’altra faccia della medaglia: quella di chi ritiene giusta una protesta ed è convinto fino in fondo della sua partecipazione ad una manifestazione popolare.

Oggi ho totalmente ripudiato la mia prima tendenza ma credo di aver raggiunto una posizione più equilibrata. Un uso spropositato delle forze di polizia è sintomo di uno Stato autoritario e liberticida. In questo momento io sono completamente contro questo tipo di Stato. Credo, tuttavia, che anche i NoTav stiano adottando una tattica sbagliata.

Dato il grande costo dell’opera, e quindi l’enorme quantitativo di magna-magna che ne deriva, la battaglia va combattuta non solo in Val di Susa ma anche, e soprattutto, a Roma. Fin quando i disagi vengono creati in periferia, il Governo e il parlamento (con la “p” minuscola) possono continuare a mandare Polizia e Carabinieri a prendersi gli insulti. Quello che è strategicamente sbagliato, secondo me, è l’accanirsi contro chi, nel bene o nel male, sta solo lavorando.

Gli insulti andrebbero diretti ai maiali che mangiano con i soldi dei contribuenti. Roma dovrebbe essere il teatro principale della protesta. E’ inutile dare della “pecorella” a un Carabiniere che è lì per lavoro. Sarebbe invece auspicabile dare del “maiale” a ogni persona che percepisce uno stipendio finanziato dalle NOSTRE tasse e che cura i SUOI interessi. Sono d’accordo con una protesta se questa è fatta in modo maturo e che non può essere strumentalizzato dai mass media. Questa storia servirà solo a propagandare l’uso della forza indipendentemente dalle ragioni di una protesta, lo sappiamo tutti ma fa bene ripeterlo.

Tutto il resto è un’inutile guerra tra poveri. Lo sapevano già i Romani: Divide et impera.

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Dico, non dico?

Il gol non convalidato a Muntari

 Ognuno ha detto la sua.

A me ha fatto molto riflettere il fatto che Buffon, il carismatico capitano di una Nazionale in cui vige un “Codice Etico” imposto dall’allenatore, possa fare delle dichiarazioni alla stampa così apertamente antisportive e diseducative. Tutti sappiamo che il compito di un portiere è quello di difendere la sua porta con ogni mezzo possibile, anche con l’inganno a volte. Sono regole non scritte e tali devono rimanere. Questo è secondo me il caso in cui è giusto che tutti sappiano e nessuno ne parli. Non fa bene al calcio dichiarare apertamente di voler frodare l’arbitro, anche se poi tutti sappiamo che spesso è quello lo scopo di gran parte delle azioni che avvengono in campo.

Da bambino giocavo a calcio con gli amici e mi piaceva stare in porta. Adesso quando gioco a calcetto non disdegno il ruolo di portiere e mi diverto sempre quando lo faccio. Ero fino a poche settimane fa un Arbitro Effettivo AIA-FIGC. Conosco dunque i due lati della vicenda, da portiere e da arbitro. Non posso conoscere ovviamente le pressioni e le motivazioni di una sfida scudetto, ma credo che nessuno abbia queste tre caratteristiche contemporaneamente.

Partiamo dalla base: le partite di calcio hanno bisogno di un Direttore di Gara e il calcio è uno degli sport più antisportivi che conosca. Fin dalle giovanili, ho incontrato ben pochi allenatori che insegnavano ai loro ragazzi i principi di lealtà sportiva e di correttezza con arbitri e avversari. La maggior parte di loro nascone la loro incompetenza con i “torti” arbitrali e, sebbene tutti possano sbagliare, di sicuro la persona in campo più competente in materia di regolamento è l’arbitro.

Cosa può aiutare l’arbitro a sbagliare di meno? Il comportamento dei calciatori. Se questi hanno un atteggiamento di collaborazione, non dico di accondiscenza, l’arbitro è sicuramente meno innervosito e può prendere delle decisioni più serenamente. Questa è una situazione che avvantaggia tutti, sia le squadre che l’arbitro. Ovviamente non si può pretendere che un portiere venga a dire che la palla fosse effettivamente entrata in rete: ognuno fa il suo gioco. Si deve però pretendere da persone che ricoprono un ruolo “pubblico” come quello di Capitano della Nazionale che non facciano dichiarazioni che fanno male all’immagine dello sport “pulito” e corretto.

Ormai il risultato della partita è acquisito. Fai solo un danno alla credibilità di uno sport che ormai di credibile, a quei livelli, non ha più niente. Sono parole che Buffon, a mio parere, si sarebbe potuto benissimo risparmiare, senza per questo passare per ipocrita o altro. Ovviamente meglio una persone che si assume la repsonsabilità di dire la verità, sebbene infelice, rispetto a chi mente spudoratamente e senza dignità di fronte all’evidenza.

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Ogni riferimento a uomini di merda è puramente voluto. Vediamo quante code di paglia prendono fuoco.

Purtroppo per me lo sport dovrebbe essere una competizione sana tra persone che vogliono dimostrare, rispettando delle regole comuni, di essere migliori di altre in quella disciplina. Per il calcio non è più così da decenni. Anche per questo ne sono uscito definitivamente.

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