Febbre da “Zac”

Posted by on 23 Aprile 2011

Finalmente oggi potrò tornare allo stadio. Un esilio forzato che quest’anno è stato davvero difficile da sopportare.

La partita è di quelle “di cartello”: il Foggia sfida la capolista indiscussa (virtualmente già in Serie B) Nocerina. Una sfida che mi ricorda quella in C2, qualche anno fa, quando lo “Zaccheria” fece il tutto esaurito come se fosse una finale di Champions.

Oggi, a prescindere dal risultato, dalla prestazione, dagli uomini in campo, dai tifosi ospiti (saranno 800), quello che voglio fare è cantare. Della partita non me ne frega niente. Si va allo stadio a cantare, non a vedere la partita. Può sembrare un paradosso ma chi non ha vissuto per qualche anno la “curva” non può capire. Si canta, si sostiene la squadra, poi si prende quel che viene. Certo, qualche “parola” alle azioni sbagliate dei nostri scappa sempre, ma l’importante è cantare, far sentire ai giocatori che comunque i tifosi ci sono.

Gli allenatori (Zeman compreso) passano, i calciatori passano, le società passano. Chi rimane sono sempre loro: i “soliti”. E in mezzo a loro, oggi, che sono felice di tornare, almeno per una partita.

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