Sei a lezione, stai imparando tante cose nuove ed interessanti. Non sono nozioni banali o facili da “digerire”, ma con un po’ di attenzione si riesce a capire tutto. Stai imparando pian piano ad abbandonare il mondo classico per immergerti in quello microscopico dominato dalla fisica quantistica.
Essere era e non poteva non essere. Adesso, non ne sono più così convinto. Sono su un livello, ma anche sull’altro: nel dubbio, sono su entrambi, ma con un mio gemello. Quando sembra, tuttavia, che il discorso abbia un senso ed un filo da seguire, arriva lui: lo spin. Che possa essere allegramente dannato! Tutto raddoppia (minimo), le combinazioni e le diverse probabilità fioccano. Saltano le simmetrie. Basta un momento e non capisci più niente.
Voglio però tagliare una h a suo favore. E’ colpa della natura, che sembra volersi complicare sempre di più ad ogni nostra scoperta. Le povere particelle obbediscono solo alle sue leggi. E noi qui, a cercare di capirle senza rimetterci il cervello e paradossalmente sapendo già che la certezza assoluta non fa parte del nostro mondo.
Chissà se arriveremo ad un momento in cui la scienza non potrà più andare avanti, divorata dalle sue stesse, intrinseche, incertezze. Sicuramente non siamo vicini a questo punto, c’è ancora tanto da scoprire, ma io non sarei così ottimista sulle nostre capacità di intendere il “tutto” così come vorremmo. Abbiamo dei limiti intrinseci, e questa rappresenta la nostra sfida più grande: capire fin dove possiamo arrivare. Oltre questo limite, ci può essere quel qualcosa che potete chiamare come meglio vi piace: Dio, Infinito, Cosmo e simili.